Uno dei nostri ultimi progetti ci ha portato al Grand Hotel Vesuvio. Gli architetti Paola Lanni e Ferruccio Orioli hanno scelto Esagono come partner tecnico per ristrutturare lo Sky Lounge dell’hotel. Vi raccontiamo tutto nel dettaglio attraverso le parole dell’architetto Paola Lanni, che ha risposto alle nostre domande.

Ci racconti del Roof Garden del Grand Hotel Vesuvio. Di che intervento parliamo?

 

Il roof garden ha un suo nome “Sky Lounge” e credo che potrebbe diventare uno dei luoghi più conosciuti al mondo. L’intervento nasce da un’idea del proprietario che risale ad alcuni anni fa in virtù di una norma del Regolamento Edilizio del Comune di Napoli; l’obiettivo principale era quello di valorizzare al massimo il rapporto con il contesto e trasformare un lastrico solare qualsiasi nella terrazza panoramica più esclusiva della città. Insieme all’architetto Ferruccio Orioli, ci siamo occupati della progettazione architettonica, di tutte le pratiche autorizzative (permesso di costruire e autorizzazione paesaggistica) e della direzione artistica. Ci tengo molto a sottolineare che un lavoro di questo tipo è soprattutto un processo di costruzione che parte da un’idea, una suggestione, ma che assolutamente si trasforma continuamente per accogliere, e a volte anche per rifiutare, diverse istanze; ognuna di queste è uno stimolo al pensiero, è una spinta a cercare la soluzione migliore possibile.

 

Quali sono le caratteristiche principali del progetto?

 

La terrazza si articola su tre livelli differenti:

  • il primo, posto ad una quota intermedia, è sia il punto di arrivo, per chi prende l’ascensore, sia il punto di ristoro in quanto, in quest’area, è posizionato il bar con il bancone in corian retroilluminato;
  • il secondo, posto alla quota più alta, è uno spazio protetto da un verde pergolato e dall’ombra delle tende ed è destinato a tavolini, poltrone e alla minipiscina;
  • il terzo, posto alla quota più bassa, quella che più di tutte si avvicina al mare, è destinato a solarium con i lettini da sole.

 

L’accesso alla zona solarium è sottolineato dalla presenza di una bellissima scultura del Vesuvio, rappresentato nella sua estrema dualità, nel suo eterno conflitto tra guerra e pace; la scultura è un’opera di Ferruccio Orioli. Ogni livello ha le sue caratteristiche e innesca dinamiche differenti sia di fruizione dello spazio sia di sensazioni e emozioni; volendo sinteticamente associare a ciascuna terrazza una caratteristica, penso a tre stati d’animo: stupore – riposo – atarassia. Un percorso emotivo che dalla frenesia della strada e della città, attraverso un’ascesa di dieci piani, da una prospettiva unica e assolutamente privilegiata, ci porta alla contemplazione della bellezza degli elementi naturali e del paesaggio. Si tratta di un progetto outdoor, quanto ha influito il paesaggio intorno e soprattutto il panorama che si gode dal Roof Garden? Moltissimo, questo progetto tende al paesaggio circostante in ogni sua parte; le zone precedentemente descritte sono state pensate in maniera tale da valorizzare sempre le visuali verso il mare, verso il Vesuvio, verso Posillipo e verso Castel dell’Ovo.

 

Quali materiali sono stati utilizzati?

 

Per pavimenti e rivestimenti si è optato principalmente per il grès, vista la richiesta della proprietà di utilizzare materiali facilmente lavabili e che fossero in grado di garantire la durabilità nel tempo, intendendo la garanzia della conservazione delle caratteristiche originarie del prodotto nel tempo con una semplice manutenzione ordinaria. Inoltre abbiamo usato molto vetro, l’acciaio, l’alluminio e il corian.

 

La scelta dei materiali è stata solo estetica o anche funzionali alla progettualità?

 

L’estetica è certamente funzionale al progetto, nel senso che l’obiettivo è stato quello di utilizzare materiali che fossero in sintonia con il contesto, perché il progetto stesso, pur avendo molta personalità, si pone in costante dialogo con il paesaggio. Le linee semplici e gli allineamenti creano uno spazio senza incertezze; poche ma ferree regole da rispettare nell’esecuzione dei dettagli e quindi nella scelta dei materiali, dei colori e dei formati. Pavimenti e rivestimenti rimandano al legno, quello dei lidi e delle barche, delle banchine e dei moli, insomma di tutti quei luoghi che stanno vicino al mare o, a volte, nel mare. Le balaustre emergono dal pavimento senza nessuna discontinuità, trasparenti, per far vedere, sempre oltre, l’orizzonte.

Le tende sono vele spiegate, leggermente inclinate verso il mare, invece, Il pergolato con il suo intreccio di piante ci protegge dalla città, lascia vedere il paesaggio ma nasconde qualche dolorosa frattura alle nostre spalle. L’illuminazione è silente, si integra perfettamente nell’architettura con elementi geometrici di piccole dimensioni inseriti nei pali delle tende e lungo le linee orizzontali delle pareti; il volume puro della pensilina nasconde al suo intradosso un telo retroilluminato che già all’imbrunire si trasforma in una meravigliosa superficie di luce.

Le tonalità principali sono il bianco, il beige, la trasparenza; il colore c’è ma a piccole dosi e solo quando necessario: il rosso pompeiano, il verde, il giallo; e poi le piante e i fiori.

 

Una caratteristica peculiare del progetto?

 

Tutto qui è peculiare perché ispirato in ogni sua parte al contesto che evidentemente è unico al mondo.

 

 
Architetti: Paola Lanni e Ferruccio Orioli
Partner tecnico: Esagono
Consulente Esagono: Gabriella Sommella 

Materiali: Gessi, Ceramiche Caesar, Ceramiche Ragno , Porcelanosa, Vasca idromassaggio Treesse, Antonio Lupi

Foto: Gino Spera